Ansia-depressione attiva

LA COMPASSION FOCUSED THERAPY

2024.05.09 09:54 MilanoPsicologo LA COMPASSION FOCUSED THERAPY

LA COMPASSION FOCUSED THERAPY (CFT) È UN MODELLO PSICOTERAPICO AVANZATO CHE HA COME OBIETTIVO LO SVILUPPO DELLA COMPASSIONE, DELL'EMPATIA E DELLA MOTIVAZIONE AL PRENDERSI CURA. QUESTO APPROCCIO TERAPEUTICO, SVILUPPATO NEGLI ANNI '90 DALLO PSICOLOGO BRITANNICO PAUL GILBERT, HA AVUTO UN IMPATTO SIGNIFICATIVO SUL CAMPO DELLA PSICOTERAPIA.
Le origini: dalla teoria dell’evoluzione alle scoperte neuroscientifiche
Paul Gilbert ha creato la CFT combinando le sue ricerche nel campo dell’etologia e delle neuroscienze. Ha scoperto che la capacità di provare emozioni positive rivolte a se stessi, come l’autocompassione, ha radici profonde nell’evoluzione umana e che specifiche aree cerebrali, come la corteccia prefrontale mediana, sono coinvolte in questo processo. Queste scoperte hanno fornito una base solida per lo sviluppo della CFT.
I tre sistemi motivazionali alla base del modello
La Compassion Focused Therapy si basa sull’assunto che esistano tre “sistemi motivazionali” principali che guidano il nostro comportamento:
Le strategie per sviluppare la compassione
I terapeuti che adottano la CFT utilizzano una serie di tecniche per sviluppare quello che Gilbert chiama “compassion-focused mind”, uno stato mentale compassionevole, empatico e orientato al prendersi cura. Queste tecniche includono:
Ambiti di applicazione ed efficacia
La Compassion Focused Therapy ha dimostrato la sua efficacia nel trattamento di una serie di disturbi psicologici tra i quali i disturbi d’ansia e la depressione. Più in generale si è rivelata utile per la gestione delle problematiche derivanti da una forte autocritica. L’autocritica è stata identificata come un fattore di mantenimento importante in diversi disturbi psicologici. Spesso, la CFT viene integrata con la terapia cognitivo-comportamentale per massimizzare i risultati terapeutici. la CFT può offrire un ulteriore strumento per aiutare i pazienti a gestire i pensieri negativi e le emozioni dolorose. L’autocompassione si è rivelata un fattore terapeutico molto potente, grazie all’attivazione durante gli esercizi, di aree cerebrali che coincidono con quelle associate alla sicurezza e al benessere.

MILANO PSICOLOGO - CENTRO DI PSICOLOGIA CLINICA E PSICOTERAPIA
SERVIZI:
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2023.04.11 17:52 Serenamente_org Serenamente.org - La psicologia spiegata facile

Oggi vi presento SerenaMente.org.
È un progetto editoriale che si pone l’obiettivo di rendere la psicologia comprensibile e accessibile a tutti.
Il nostro obiettivo principale è quello di aiutare le persone a comprendere meglio se stesse e gli altri, attraverso l’approfondimento di temi legati alla psicologia e alla psicoterapia.
Pubblichiamo articoli, guide e consigli scritti da esperti del settore, che spiegano in modo semplice e comprensibile i principali concetti e teorie psicologiche.
Affrontiamo la psicologia e la salute mentale dal un punto di vista dei lettori. Cerchiamo di rendere semplici temi complessi, parlandone dal punto di vista “umano”, e non da quello prettamente clinico.
Parliamo di salute mentale a tutto tondo: psicologia, psicoterapia, psicopatologie, disturbi cognitivi, condizioni psicologiche (come ad esempio ansia, stress e depressione).
Ma affrontiamo anche temi trasversali, come la gestione delle emozioni, la comunicazione efficace, la risoluzione dei conflitti e il miglioramento delle relazioni.
In generale, il nostro obiettivo è fornire gli “strumenti cognitivi” utili a migliorare la propria vita emotiva e relazionale.
Ci rivolgiamo a lettori di ogni età, sesso e estrazione sociale. Per questo motivo cerchiamo sempre di mantenere un tono e un linguaggio chiaro, positivo e inclusivo.
La salute mentale è fondamentale per vivere una vita sana, emotivamente appagante e serena. È importante per il benessere individuale, in quanto influisce sulle capacità cognitive, emotive e relazionali delle persone. È importante per il benessere sociale, perché una società più consapevole è una società migliore.
Per imparare a conoscerti e a prenderti cura della tua salute mentale, seguici sul nostro sito. Iscriviti alla nostra newsletter e attiva le notifiche nel browser per non perdere neanche un aggiornamento.
È il momento di iniziare a vivere serenamente.
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2022.06.23 16:12 spartakthememer777 "Non consigliate lo psicologo"


Serve una lunga premessa.
Attualmente non ho veri amici e non ho fidanzate e questa cosa va avanti da tempo. Mi metto costantemente in gioco cercando di organizzare uscite ma i gruppetti preformati non aiutano. Devo sempre sbattermi molto per organizzare una uscita, sempre se riesco ad ottenerla. In tutto questo ho cercato di migliorare sia il mio aspetto fisico che il mio carisma e questo ha aiutato perché ho fatto tante conoscenze all’università, non ho più tanto timore a parlare in pubblico, riesco a fare ridere la gente, chiaramente non sempre ma in maniera genuina. Però nessuno vuole portare la conoscenza ad un livello successivo, che sia amicizia o amore.
In questo post sembro molto pesante come persona ma dal vivo non parlo di queste cose, le nascondo.
Vivo in un paesino di anziani e non ho associazioni culturali vicine a me che mi permetterebbero di conoscere chissà quali persone. Sono del centro-sud.
Il non avere una vita sociale attiva mi manda in depressione.
Per migliorare la mia situazione sto anche curando il mio profilo instagram aggiungendo foto e aggiungendo ragazze che ricambiano a loro volta il segui. Ne sto aggiungendo tante. Ma veramente tante. A centinaia. Ho superato il primo migliaio. In ottica di provare un approccio online, con cautela, in futuro. Aggiungo anche ragazzi che partecipano ad eventi che frequento anche io per chiedere di prenderci un caffè. Ma devo essere sempre io a fare il primo passo.
Ho 26 anni e studio medicina, sono al quarto anno, l’ho scelta perché mi piace la materia ma anche perché garantisce un minimo di ritorno economico, non muori di fame con questa laurea.
Per ripetere, mi sto mettendo in gioco. A livello professionale, a livello sentimentale, a livello sociale. Nei limiti delle mie possibilità. Ma va generalmente male.
Faccio tutto ciò con dedizione, non con ossessione. Badate bene.
Bene, la mia premessa è finita, adesso parte il mio ragionamento che faccio con estrema lucidità e calma, ed è il seguente.
Io mi sto impegnando nella vita, e anche tanto, sto cercando di non rimanere nella mia comfort zone facendo tentativi. Quando vedo una occasione cerco di coglierla, anche se non sempre ci riesco. Non sono Superman però, non posso continuare a fare tentativi all’infinito senza che la mia psiche non ne risenta, e poi non voglio arrivare a 40 anni con una vita piatta dove non ho amici e non ho partner e non ho persone con cui condividere cose. Ho necessità di socializzare come tanti altri. Se allora un giorno, a 40 o a 50 anni, dovessi rimanere ancora completamente solo pensavo di prendere un porto d’armi, acquistare una pistola, che con un lavoro da medico dovrei essere tecnicamente in grado di permettermi, e spararmi in testa, con la consapevolezza di averci provato ma di aver comunque fallito.
Ripetendo, ho semplicemente detto che se nella vita continuo a fallire un giorno, da ora 25 anni fino ai 40, faccio terminare tutto, con la consapevolezza di averci provato e anche tanto.
Cosa ne pensate? Pensate che una persona dovrebbe essere disposta ad accettare la sua solitudine e morire sola, piuttosto che togliersi la vita? Io la vedo come una sorta di eutanasia. Meglio morire che continuare a soffrire.
Ditemi cosa ne pensate.
N.b. : non consigliate lo psicologo, non è adatto al mio caso. Io non ho problemi d’ansia sociale, a me mancano le opportunità e lo psicologo non può trovarmi la comitiva.
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2022.06.23 14:12 Professional_Bug23 Buon pomeriggio, volete leggere un mio ragionamento? Ditemi cosa ne pensate. Sappiate però che è lungo. Inoltre, se devi commentare per offendere non lo fare.

Serve una lunga premessa.
Attualmente non ho veri amici e non ho fidanzate e questa cosa va avanti da tempo. Mi metto costantemente in gioco cercando di organizzare uscite ma i gruppetti preformati non aiutano. Devo sempre sbattermi molto per organizzare una uscita, sempre se riesco ad ottenerla. In tutto questo ho cercato di migliorare sia il mio aspetto fisico che il mio carisma e questo ha aiutato perché ho fatto tante conoscenze all’università, non ho più tanto timore a parlare in pubblico, riesco a fare ridere la gente, chiaramente non sempre ma in maniera genuina. Però nessuno vuole portare la conoscenza ad un livello successivo, che sia amicizia o amore.
In questo post sembro molto pesante come persona ma dal vivo non parlo di queste cose, le nascondo.
Vivo in un paesino di anziani e non ho associazioni culturali vicine a me che mi permetterebbero di conoscere chissà quali persone. Sono del centro-sud.
Il non avere una vita sociale attiva mi manda in depressione.
Per migliorare la mia situazione sto anche curando il mio profilo instagram aggiungendo foto e aggiungendo ragazze che ricambiano a loro volta il segui. Ne sto aggiungendo tante. Ma veramente tante. A centinaia. Ho superato il primo migliaio. In ottica di provare un approccio online, con cautela, in futuro. Aggiungo anche ragazzi che partecipano ad eventi che frequento anche io per chiedere di prenderci un caffè. Ma devo essere sempre io a fare il primo passo.
Ho 26 anni e studio medicina, sono al quarto anno, l’ho scelta perché mi piace la materia ma anche perché garantisce un minimo di ritorno economico, non muori di fame con questa laurea.
Per ripetere, mi sto mettendo in gioco. A livello professionale, a livello sentimentale, a livello sociale. Nei limiti delle mie possibilità. Ma va generalmente male.
Faccio tutto ciò con dedizione, non con ossessione. Badate bene.
Bene, la mia premessa è finita, adesso parte il mio ragionamento che faccio con estrema lucidità e calma, ed è il seguente.
Io mi sto impegnando nella vita, e anche tanto, sto cercando di non rimanere nella mia comfort zone facendo tentativi. Quando vedo una occasione cerco di coglierla, anche se non sempre ci riesco. Non sono Superman però, non posso continuare a fare tentativi all’infinito senza che la mia psiche non ne risenta, e poi non voglio arrivare a 40 anni con una vita piatta dove non ho amici e non ho partner e non ho persone con cui condividere cose. Ho necessità di socializzare come tanti altri. Se allora un giorno, a 40 o a 50 anni, dovessi rimanere ancora completamente solo pensavo di prendere un porto d’armi, acquistare una pistola, che con un lavoro da medico dovrei essere tecnicamente in grado di permettermi, e spararmi in testa, con la consapevolezza di averci provato ma di aver comunque fallito.
Ripetendo, ho semplicemente detto che se nella vita continuo a fallire un giorno, da ora 25 anni fino ai 40, faccio terminare tutto, con la consapevolezza di averci provato e anche tanto.
Cosa ne pensate? Pensate che una persona dovrebbe essere disposta ad accettare la sua solitudine e morire sola, piuttosto che togliersi la vita? Io la vedo come una sorta di eutanasia. Meglio morire che continuare a soffrire.
Ditemi cosa ne pensate.
N.b. : non consigliate lo psicologo, non è adatto al mio caso. Io non ho problemi d’ansia sociale, a me mancano le opportunità e lo psicologo non può trovarmi la comitiva.
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2022.03.25 11:50 EmozioneArte Multitasking?

Multitasking?
Alcuni giorni ti senti come un esperto multitasking mentre bevi il tuo caffè mattutino, rispondi alla posta elettronica e ti sintonizzi su una teleconferenza. Ma lo sapevi che per la maggior parte delle persone, nella maggior parte delle situazioni, il multitasking non è effettivamente possibile?
Siamo davvero programmati per essere monotasking, il che significa che il nostro cervello può concentrarsi solo su un compito alla volta, lo affermano diversi studi.Quando pensiamo di essere multitasking, molto spesso non stiamo realmente facendo due cose contemporaneamente, ma invece, stiamo facendo azioni individuali in rapida successione o cambio di attività.
Uno studio ha rilevato che solo il 2,5% delle persone è in grado di svolgere più attività in modo efficace. Per il resto di noi, i nostri tentativi di svolgere più attività contemporaneamente non sono in realtà quello.
Il multitasking può ostacolare le tue prestazioni
Gli studi dimostrano che quando il nostro cervello cambia costantemente marcia per rimbalzare avanti e indietro tra le attività, specialmente quando tali attività sono complesse e richiedono la nostra attenzione attiva, diventiamo meno efficienti e più probabilità di commettere un errore.
Questo potrebbe non essere così evidente o di impatto quando svolgiamo attività semplici e di routine, come ascoltare musica mentre cammini o piegare il bucato mentre guardiamo la TV. Ma quando la posta in gioco è più alta e i compiti sono più complessi, il multitasking può avere un impatto negativo sulle nostre vite o addirittura essere pericoloso.
Il cosiddetto multitasking divide la nostra attenzione. Ci rende più difficile dedicare tutta la nostra attenzione a una cosa. Ad esempio, negli studi, il tentativo di completare attività aggiuntive durante una simulazione di guida ha portato a prestazioni di guida inferiori. Altri studi suggeriscono che le persone che spesso fanno "multitasking multimediale" (come ascoltare musica mentre si controlla la posta elettronica o scorrere i social media mentre si guarda un film) sono più distratte e meno capaci di focalizzare la propria attenzione anche quando stanno eseguendo una sola attività.
Può anche influenzare la nostra capacità di apprendere, perché per imparare dobbiamo essere in grado di concentrarci.
Più multitasking, meno realizziamo effettivamente, perché perdiamo lentamente la nostra capacità di concentrarci abbastanza per imparare.Se cerchiamo costantemente di eseguire il multitasking, non ci esercitiamo a sintonizzare il resto della parola per impegnarci in un'elaborazione e un apprendimento più profondi. Uno studio ha scoperto che gli studenti universitari che hanno provato a svolgere più attività impiegavano più tempo per fare i compiti e avevano voti medi più bassi.
Un'altra trappola è che cercare di fare troppo in una volta rende più difficile essere consapevoli e veramente presenti nel momento e la consapevolezza arriva con una miriade di benefici per le nostre menti e il nostro corpo. In effetti, molte terapie basate sulla consapevolezza possono anche aiutare i pazienti che soffrono di depressione, ansia, dolore cronico e altre condizioni.
Scegli di affrontare un compito alla volta.
Scegliere di concentrarsi su un compito alla volta può avvantaggiare molti aspetti della nostra vita, compreso il posto di lavoro.
Prendi i chirurghi, per esempio. Le persone presumono che l'abilità di un chirurgo risieda principalmente nella precisione e nella stabilità delle sue mani. Anche se c'è del vero in questo, il vero dono di un chirurgo è la capacità di concentrarsi esclusivamente su una persona e completare una serie di compiti nel corso di molte ore.
Ma i chirurghi non sono necessariamente nati con questa capacità di monotasking. Piuttosto, lo sviluppano e lo perfezionano attraverso ore di pratica. E puoi farlo anche tu.Essendo presente a te stesso , stando nel qui e ora e focalizzandoti su cosa stai facendo , in questo modo otterrai il massimo anche e soprattutto in ambito lavorativo.
Non è necessario essere un chirurgo per trarre vantaggio dal liberarsi dalla pressione per il multitasking, che si tratti di fare un lungo viaggio, organizzare un evento o leggere un libro, inequivocabilmente ci comportiamo al meglio una cosa alla volta.
Quindi meno multitasking , fare tante cose assieme non ci fa essere efficienti in nessun ambito, la concentrazione sta alla base di un buon risultato.
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