2010.03.18 22:17 NWLierly Red hot rides
2011.10.28 05:59 scseth Classic Cars and Trucks, for classic car enthusiasts.
2024.05.15 04:25 4isyellowTakeit5 preferences in BoP subtleties (discussion)
2024.05.03 02:58 OldCarWorshipper Music videos where the vehicles are the REAL star.
2024.04.29 18:32 Typical_Hat3462 A little reminder...
To the Pro-Israel folks outside of the courthouse with peace signs. Nitpiks gonna nit so..... submitted by Typical_Hat3462 to Humboldt [link] [comments] https://preview.redd.it/vsw1pm394gxc1.jpg?width=600&format=pjpg&auto=webp&s=54fd560e6c90ff6aa8a7ef6f2467f7e49fc5823c |
2024.04.24 06:17 Only_Presence_9899 A cool guide to auto company origins
submitted by Only_Presence_9899 to u/Only_Presence_9899 [link] [comments] |
2024.04.22 18:27 Kezyma Whole-History Ratings of Drivers & Constructors (as of the end of the 2023 season).
I've posted a few different ratings and stats before, but I recently reimplemented some of the rating systems I use and decided to use F1 data for testing purposes. I thought the results might be interesting to share, so here they are! submitted by Kezyma to formula1 [link] [comments] BackgroundThe Whole-History rating system is an improvement on the Elo rating system (commonly used for chess and online games). One of the main improvements is that while Elo only updates ratings in one direction, gaining or losing with each subsequent game played, Whole-History works both directions in time, retroactively updating past ratings based on new results, allowing for a better comparison of players across different time periods and mitigating rating inflation due to consistent wins against notably weak opposition. The original paper for the system can be found here.The data I used was from this Kaggle dataset of all race results in F1 history. I excluded all the early Indy 500 results. These ratings are all generated with default parameters and the same system could produce more accurate ratings with some hyperparameter optimisation, but no amount of tuning should move anyone more than a few positions in any direction. Drivers RatingsFor each race, a series of 1v1 games are played between each driver. DNFs are excluded.The final ratings at the end of 2023 were as follows; 2023 Driver Ratings Below are the top 100 all-time peak ratings. One thing to note here is that these ratings include car performance at the time as much as they do the driver and are very much relative to the grid at the time. Finishing on the podium every weekend because you have the best car is going to give you a better rating than winning the championship in a competitive year where a bunch of different teams get wins. Another interesting point is that there's a built-in recency bias. If a driver is currently on top, or retired immediately at their peak, their rating wont have retroactively lowered to a more 'accurate' final approximation. This effect is fairly minimal over a long enough time period however. Please ignore the messed up names, it was an encoding issue and I didn't feel like going through the list fixing the names. Top 100 All-Time Driver Peak Ratings Constructor RatingsFor the constructor ratings, each race is a series of 1v1 games between the best finishing car for each constructor. DNFs are again excluded.The final ratings at the end of 2023 are as follows; 2023 Constructor Ratings And the all-time peaks are below. I didn't bother trying to combine or separate any constructors and left them as they were in the original dataset, so some may technically appear twice. All-Time Peak Constructor Ratings Teammate RatingsThese are the most interesting in my opinion, and can't realistically be done without the retroactive updates of WHR that smoothen out the rating change over time.Each race is a 1v1 between teammates, ignoring other teams entirely. DNFs again excluded. This is the closest you can really get to rating drivers in equal cars, although it has a few flaws, in that if you haven't had multiple teammates, or you've only had really strong or really weak teammates, the ratings get a bit skewed. The final teammate ratings for 2023 were as follows; 2023 Teammate Ratings And the top 100 all-time teammate ratings. Lots of older drivers do well here since the standards weren't as high. The same sort of bias appears here too, with a dominant season against a poor teammate being much more rewarding than a close season against a high quality teammate. Top 100 All-Time Peak Teammate Ratings I might try optimising the parameters to get more accurate ratings in future, and obviously driveconstructor quality can't be measured by a single overall number and comparing across time gets even messier, so try not to take these too seriously, they were just testing data after all! Edit: Below is a plot of the rating history of every F1 world champion. It's quite big so will need to be opened on desktop and probably zoomed in a bit to navigate! https://preview.redd.it/ick3l7nbt2wc1.png?width=7662&format=png&auto=webp&s=66cdd3fe6566efdf914b49a3a00c430205692ca9 |
2024.04.06 09:13 cerbaccone Alcune critiche al libro di Yasmina Pani sulla schwa
Schwa: una soluzione senza problema. Scienza e bufale sul linguaggio inclusivo è un pamphlet molto apprezzato; non solo, com'è ovvio, da chi segue sui social la sua autrice, ma perfino da un’autorità come Claudio Marazzini, ex-presidente dell’Accademia della Crusca, che lo ha recensito nello scorso numero del prestigioso periodico Lingua e stile (quello di dicembre 2023). submitted by cerbaccone to Libri [link] [comments] Tuttavia, fin dalla prima volta che l’ho letto (e l’ho letto più volte…) non ho fatto altro che riscontrare problemi: non solo nell’esposizione, intrisa di fastidiosa retorica polemica, ma proprio nella parte tecnica, quella più lodata. E mi son sempre chiesto come mai, in tutto l’internet, non un’anima lo abbia ancora criticato; allora ho trovato il tempo di farlo io, ed ecco cosa ne è venuto fuori. La sua personale visione del dibattitoParto da una questione marginale, ma non troppo. Tralasciando altri esempi, cito questo passo, evidenziando in corsivo i termini e le espressioni retoricamente carichi. Si parla ovviamente della schwa:Data la preoccupante diffusione di quella che sembrava, inizialmente, un’idea così folle da non necessitare del commento degli esperti, i linguisti hanno iniziato, recentemente, a spiegare pubblicamente le ragioni della scienza, che afferma, senza troppi dubbi, che proporre di modificare artificialmente una lingua nella sua struttura è folle. I loro interventi sono stati tuttavia ignorati, anche a causa della voce di qualche linguista “fuori dal coro”.Ora: è certo che i linguisti citati (riportati in nota: Edoardo Lombardi Vallauri, Raffaele Simone, Paolo d’Achille, Cecilia Robustelli, Cristiana de Santis, Roberta d’Alessandro, Luca Serianni) si sono espressi a sfavore del segno di linguaggio inclusivo; ma sarebbe strano se un esperto esprimesse le sue ragioni con il termine “folle” (ripetuto, tra l’altro, due volte). Nel voler andare oltre il fare da semplice portavoce, l’autrice finisce per rappresentare il dibattito in una maniera che non è, di fatto, quella effettiva. Infatti, gli esperti citati hanno ricevuto risposte da altri esperti; questi sono di meno, ma contano i loro argomenti, non il loro numero; li riportiamo: a Paolo d’Achille hanno risposto Alessio Giordano nel suo purtroppo poco noto contributo e Vera Gheno nell’edizione 2021 di Femminili singolari al capitolo “L’avventura dello schwa”, a Cristiana de Santis hanno risposto Manuela Manera e lo scrittore Christian Raimo (risposta che pure Pani conosce ma sceglie di ignorare, giacché in bibliografia menziona solo l’ulteriore replica di De Santis sul suo blog). Inoltre, di recente (qualche settimana dopo la pubblicazione del saggio di Pani), Anna Maria Thornton, accademica della Crusca, si è espressa in termini positivi sulla schwa, pur riscontrandone le criticità. Insomma, anche tra linguisti è tutt’altro che un dibattito concluso: si è liberi di preferire solo una parte, ma mostrare solo quella mortificando le voci contrarie è una distorsione. A riprova di ciò, si può comparare questa con un’altra ricostruzione, più scevra da faziosità: quella di Filippo Batisti, che divide gli interventi alla discussione finora comparsi in uno spettro tripartito in conservativi (Paolo d’Achille, Raffaele Simone, Massimo Arcangeli, Cristiana de Santis, Andrea de Benedetti, Andrea Moro e la stessa Pani), moderati (Cecilia Robustelli, Marina Sbisà, Anna Maria Thornton, e Andrea Iacona) e simpatizzanti (Vera Gheno, Benedetta Baldi, Giuliana Giusti, Manuela Manera, e Davide Spinelli). Questi ultimi non vengono neanche menzionati da Pani, e alcuni di quelli da lei posti dalla parte a sfavore (Robustelli e Iacona, citato altrove) vengono da Batisti classificati tra i moderati. Quindi: una situazione più articolata di quella proposta nel libello. Il rapporto tra il genere grammaticale e il significatoIn questo saggio, si ricorda di frequente che l’argomento è “complesso”. Non metto in dubbio che lo sia; ma bisogna vedere se questa complessità viene restituita bene.Innanzitutto, nel capitolo in cui se ne parla, non viene mai data una definizione precisa di “genere grammaticale” (nonostante in apertura si rimandi al glossario finale, in cui però manca proprio la voce “Genere”). Occorre allora ricavarla dal lungo discorso sul tema. Dopo una premessa, la prima affermazione è questa: La letteratura scientifica è concorde nell’affermare che il genere grammaticale ha primariamente a che fare con l’accordo.C’è poi una nota, che rimanda a due citazioni, la prima da A Course in Modern Linguistics di Charles F. Hockett (1958), a p. 231 e la seconda da Gender di Greville Corbett (1991), p. 4. Essendo il supporto di un’affermazione così fondante, sono andato, per scrupolo, a controllarle. A p. 231 di Hockett 1958 leggiamo: I generi sono classi di sostantivi che si riflettono nel comportamento delle parole associate. (Traduzione mia)Poi, a p. 4 di Corbett 1991, leggiamo: Il criterio determinante del genere è l’accordo; questo è il modo in cui “i generi si riflettono nel comportamento delle parole associate” nella definizione di Hockett data in precedenza. Dire che una lingua ha tre generi implica che ci sono tre classi di sostantivi che possono essere distinte sintatticamente in base agli accordi che assumono. Questo è l’approccio al genere generalmente accettato (altri suggerimenti si rivelano insoddisfacenti, come vedremo). (Traduzione mia)Due citazioni, tra l’altro collegate, sono un po’ poche per parlare di concordia della letteratura scientifica, ma in sostanza è pacifico affermare che il genere delle parole “ha a che fare” con l’accordo, ossia quel meccanismo per cui, limitandoci ai casi più semplici, le parole hanno le stesse terminazioni (“la ragazza brava”). Da Pani però questa correlazione viene definita subito come primaria, e mi sembra che inserendo questo termine la studiosa vada già oltre quello che dicono le fonti. La definizione è tuttavia troppo vaga per essere utile, e allora proseguiamo nella lettura. Ci imbattiamo in riformulazioni di questo tipo: In altri termini: Il motivo per cui abbiamo il genere grammaticale non è far capire al nostro interlocutore che il cane è di sesso maschile, ma permettergli di capire che quando diciamo rabbioso ci stiamo riferendo al cane e non alla bambina, ad esempio.Quest’affermazione, detta così, appare molto inverosimile. Veniamo portati a pensare che “cane” sia maschile non perché indica un animale maschio, ma perché l’accordo permetterebbe di capire quando un aggettivo è riferito ad esso. Ma ciò non torna. Ne approfitto per precisare meglio il funzionamento dell’accordo/), su cui Pani sorvola. Una parola, il cosiddetto controllore, “decide” il genere delle altre parole ad essa riferite, i cosiddetti target. Perciò, nell’esempio fatto prima, “ragazza”, che è nome femminile, è controllore del target “brava”, che dev’essere perciò femminile. Il motivo per cui “brava” è femminile è chiaro: perché esso è in accordo con “ragazza”. Ma perché “ragazza” è femminile e non maschile? Ci dev’essere una ragione diversa dall’accordo, perché questa parola è controllore e non fa l’accordo, ma lo stabilisce. Che l’esempio di prima fosse confusionario lo conferma il fatto che l’autrice stessa si sente in dovere di spiegarsi meglio più tardi: Attenzione: non stiamo negando che il genere possa avere – e abbia anche spesso – un collegamento con il mondo extralinguistico! Il genere può, senza dubbio, portare con sé un’informazione semantica (cioè di significato), oltre che morfosintattica (cioè grammaticale): in italiano c’è una differenza di significato tra “il ragazzo” e “la ragazza”, e questa differenza riguarda il sesso del referente. Quindi il genere grammaticale può avere – e ha, in italiano – anche quella funzione, che però non è la principale. (Corsivo mio)In parole più semplici (e ci servono davvero: notare infatti la lungaggine), possiamo dedurre che, secondo quanto scrive Pani, il genere grammaticale avrebbe due funzioni, quella primaria, l’accordo, e quella secondaria, il significato. A conferma di questa mia inferenza, porto un’altra rilettura, tratta dalla recensione del saggio firmata da Rosarita di Gregorio sul sito Treccani, la quale anche lei sintetizza in questo modo: [Il maschile e il femminile] hanno […] in primo luogo un valore morfologico e sintattico e solo in seconda battuta semantico.Quello che Pani pensa del genere grammaticale si esaurisce davvero in queste poche parole. Ma nelle ricapitolazioni conclusive, ecco come lei sintetizza: Il genere grammaticale ha una funzione molto più complessa del semplice indicare il sesso o il genere dei referenti.Ancora vediamo come la categoria della complessità sia messa in gioco; e qui viene usata per respingere la spiegazione che non si vuole far passare, senza però proporne una alternativa ed esaustiva. In ogni caso, ora possiamo indagare: è corretto dire che il genere grammaticale ha due funzioni, una principale e una secondaria? Per capirlo, ho letto vari capitoli di Linguaggio e genere (2006) a cura di Silvia Luraghi e Anna Olita. Luraghi viene citata anche da Pani per quanto riguarda l’origine del femminile nella lingua proto-indoeuropea, storia contenuta anche in questo volume, che usiamo come riferimento perché, oltre a essere più recente di Hockett e Corbett, è anche un lavoro a più mani, in cui studiosi e studiose diversi affrontano sotto gli aspetti più disparati questa tematica così difficile. A p. 22 si parla della concordanza dei pronomi personali con il referente umano, e si legge: In una stessa lingua, sia fattori grammaticali sia fattori semantici o referenziali possono determinare l’accordo di genere. (Corsivo mio)Una citazione che parrebbe contraddire quanto stabilito precedentemente, poiché pone le due funzioni in un rapporto alla pari e non di subordinazione. Dobbiamo allora andare più a fondo. Esistono nomi (detti epiceni in Thornton 2022) il cui genere è invariabile: sono tutti i nomi degli oggetti (come ad esempio “pentola”, di cui non esiste il maschile), e alcuni nomi riferiti a persone (“persona”, appunto) o animali (“zebra”). La ragione del genere in questi nomi è spesso da rintracciare nella parola stessa (gli esempi fatti sono femminili probabilmente perché terminano tutti in -a, la terminazione più comune dei nomi femminili); ma alcune volte la ragione è semantica, cioè sta nel significato, come nei prestiti (“la Mercedes” è femminile perché è una “macchina”, femminile). D’altra parte, esistono i nomi non epiceni, il cui genere è invece variabile (“ragazza/ragazzo”), che denotano enti animati e sessuati, e in questi la ragione del genere è molto più spesso semantica; ma lo è in un modo particolare. Nella mia fonte, al Capitolo 2 “La relazione semiotica fra la categoria grammatica e la sua denotazione” di Ursula Doleschal, Paragrafo 2.3 Genere ➔ Significato viene esposta un’altra concezione del genere grammaticale, quella dello studioso W. U. Wurzel. A p. 45 leggiamo: Poiché il genere è una categoria grammaticale il suo significato è soprattutto grammaticale. Ma che cosa significa ‘significato grammaticale’? […] È noto che le categorie grammaticali hanno origine sempre in categorie nozionali. Perciò le categorie grammaticali hanno quasi sempre un nucleo semantico rintracciabile.Quindi, in parole povere, il genere grammaticale ha di per sé anche un significato. Anche Pani dice più o meno questo, ma è cruciale chiarire che lei vuole che sia preponderante l’accordo. Una rappresentazione grafica può aiutare a capire la sua concezione. Pani: La ragazza ➔ 1. Accordo (femminile) 2. Significato (femminile)Questo porta la studiosa ad affermazioni del tipo “il motivo per cui ‘cane’ è maschile non è per dire che è di sesso maschile”, che appaiono da sé controintuitive. Stiamo scoprendo che, invece, il rapporto è probabilmente di altro tipo. Proseguendo infatti nel capitolo di Linguaggio e genere leggiamo: È importante notare però che la categoria grammaticale stessa in questa concezione non ha un valore semantico in senso stretto. Invece viene introdotto il concetto grammaticale di base che realizza il concetto semantico di base e media fra esso e la categoria grammaticale.In altre parole, il genere di una parola (categoria grammaticale) non ha un significato diretto; cioè, in “la ragazza”, il genere femminile non indica direttamente “sesso o genere femminile”. Prima di questo significato, il genere grammaticale stabilisce un concetto grammaticale; quel che ci serve sapere è che l’accordo ne è l’espressione (come vien detto a p. 46). Perciò il genere grammaticale stabilisce l’accordo (tramite il concetto grammaticale di base) e l’accordo stabilisce il significato (concetto semantico di base). Per rimanere nel nostro esempio: “la ragazza”, femminile, stabilisce un tipo di accordo (femminile) con “brava”, e quell’accordo stabilisce un significato (sesso o genere femminile). Può sembrare complicato, ma gli schemi successivi (come quello a p. 47) chiariscono meglio quanto viene detto. Wurzel: La ragazza ➔ Accordo (femminile) ➔ Significato (femminile)Quindi l’accordo non mette in secondo piano il significato, anzi lo determina. È un po’ come se genere, accordo e significato fossero i tre anelli di una catena di cui se se ne tira uno si trascinano anche gli altri due. Oltre a essere uno schema più elegante, è una concezione che effettivamente sembra spiegare meglio lo stato delle cose (per dirne una: così non sono più possibili affermazioni come quella irrealistica sul cane). Ricapitolando: ci sono i target, il cui genere è stabilito dai controllori, e i controllori, che possono essere di genere variabile o invariabile. Se nei nomi di genere invariabile la ragione del genere è spesso nella parola stessa, il motivo del genere dei controllori di genere variabile è spesso il loro significato. Il significato del genere di un controllore non è indicato direttamente, ma per mezzo dell’accordo con i suoi target. Riguardo al valore di questo significato, i nomi possono riferirsi direttamente a enti animati e sessuati; allora, in questi casi, il significato è il sesso o genere del referente. Ma ci sono anche i casi in cui i nomi sono riferiti ad altro. Come specificato ancora da Doleschal (p. 47): Se prendiamo come esempio il genere femminile […] non tutti i sostantivi femminili denotano persone o animali, quindi referenti animati e sessuati; essi possono infatti denotare anche numerosi oggetti inanimati. Inoltre è anche possibile che una parola femminile denoti un essere umano di sesso maschile o una persona senza riguardo al sesso, come per esempio persona, vittima.Perciò, l’accordo di genere può realizzare anche altri significati oltre a “sesso o genere” (sono casi simili a “la Mercedes”, il cui genere femminile vuol dire “macchina”). Ma che i due casi, quello dei referenti animati e sessuati e quello degli inanimati, siano distinti lo dimostrano esempi fuori contesto, in cui cioè si deve ricavare il significato dal genere della parola: “È arrivata?” quando riferito a una persona, ne indica una di sesso o genere femminile, mentre “È rotta?” si riferisce a un non meglio specificato oggetto il cui nome è femminile (“pentola”, ad esempio). Fino ad adesso, possiamo constatare che il rapporto tra il genere grammaticale e il suo significato è davvero complesso; Pani però fornisce una spiegazione che non restituisce questa complessità: la sua è una rielaborazione personale, e quindi non si può certo definire ciò su cui la letteratura scientifica è concorde. Il maschile non marcato: le controproveDopo aver appurato ciò, è ora il momento di affrontare un altro punto arduo: il maschile non marcato. In breve: in italiano, tradizionalmente, il genere femminile è considerato marcato rispetto al maschile; esso cioè porta un’informazione di significato in più che il maschile non ha, e questo permetterebbe al maschile di poter essere usato laddove il femminile sarebbe di troppo, soprattutto al plurale (vedasi l’onnipresente “ciao a tutti”).Pani dunque sostiene il maschile non marcato, per due ragioni: la prima interna alla lingua, per cui fa esempi quali “Marta e Carlo sono andati al mare” per il plurale e “Ciascuno fa come gli pare” per il singolare; e poi per una ragione storica, e cioè per il fatto che il genere maschile deriverebbe dall’antico genere animato della lingua proto-indoeuropea. Anche per economia della trattazione, lascio da parte la seconda ragione (quella storica) perché mi pare assieme troppo remota e poco importante. Mi concentrerò dunque solo sulla prima ragione, quella interna alla lingua. Ci chiederemo come effettivamente viene percepito il maschile quando esso si vorrebbe non marcato; e la risposta a questa domanda può arrivare solo da esperimenti fatti direttamente sui parlanti. Dato che tratta già proprio questo, mi rifaccio al video del 10 marzo 2022 della divulgatrice canadese Viviane Lalande sul canale Scilabus. Al minuto 3:38 viene detto: “Per determinare verso quale interpretazione il nostro cervello si dirige quando sente la forma maschile, occorre afferrare la rappresentazione mentale che ci si fa, nel momento in cui la si sente.” Per capire ciò, si consultano i risultati di un esperimento condotto in riferimento alla lingua francese (Gygax 2008). L’esperimento consiste nel mostrare una Frase 1 e successivamente una Frase 2, e chiedere immediatamente all’intervistato se essa è una conseguenza logica della prima. Caso 1: 1. I calciatori hanno vinto. 2. Se l’è meritato.In questo caso, la Frase 2 non è una conseguenza logica della Frase 1, perché la prima è al plurale e la seconda è al singolare. Caso 2: 1. Gli infermieri sono usciti dall’ospedale. 2. Essendo previsto bel tempo, molte donne non avevano la giacca.E qui? La risposta attesa è che la Frase 2 sia una conseguenza logica della Frase 1, perché il maschile dovrebbe essere non marcato e comprendere anche “le donne”. Questo esperimento è stato compiuto su un campione di 35 persone con 36 frasi dello stesso tipo. A volte i nomi (declinati sempre al maschile plurale) erano stereotipicamente maschili (poliziotti, tecnici, aviatori) a volte stereotipicamente femminili, ma sempre declinati al maschile (estetisti, infermieri, baby sitter), altre volte neutri (vicini, musicisti, camminatori). E la Frase 2 cambiava: a volte era al femminile (“le donne non avevano la giacca”), a volte al maschile (“gli uomini non avevano la giacca”). Se il maschile attivasse il neutro nel nostro cervello, le risposte sarebbero al 100% positive. Non è così. In tutti i casi, il risultato atteso è stato ottenuto solo da poco più del 50% delle persone, come mostra questo grafico tratto dallo studio. In blu scuro, troviamo la percentuale dei sì per il tipo Frase 1 Maschile ➔ Frase 2 Femminile, in blu chiaro per Frase 1 Maschile ➔ Frase 2 Maschile. https://preview.redd.it/lqq3bq5ttssc1.png?width=1602&format=png&auto=webp&s=62542141774578349ba6d1016aac1adc9abfea9c È importante che il risultato sia stato replicato usando il tedesco come lingua di riferimento, ottenendo dati simili. Quello che si può ritenere da questo studio è che la presenza del femminile nella Frase 2 è stata percepita come meno coerente rispetto a frasi dello stesso tipo al maschile. Il secondo studio citato da Lalande (Misersky 2018) è consistito nel misurare l’attività elettrica del cervello in frasi simili al primo esperimento. 1. Gli studenti sono andati alla mensa perché qualcuna delle donne aveva fame. 2. Gli studenti sono andati alla mensa perché qualcuno degli uomini aveva fame.Le due frasi sono entrambe grammaticalmente corrette, ma l’esperimento vuole misurare se una delle due richiede più sforzo cerebrale. Le frasi sottoposte agli intervistati sono 236. La lingua di riferimento è il tedesco, ma nell’esperimento precedente abbiamo visto che essa sotto l’aspetto del genere probabilmente funziona allo stesso modo del francese. I risultati mostrano che il cervello fa più fatica nelle frasi del primo tipo, quando cioè al maschile segue il femminile. Nelle parole di Lalande (minuto 9:09): “Vuol dire che il femminile era allora una sorpresa per il cervello, che si aspettava il maschile”. Inoltre: dalle misurazioni, è possibile capire se lo sforzo è dato da un errore di percezione della semantica o della sintassi. Se il picco di attività cerebrale avviene 400 millisecondi dopo aver ascoltato la parola, si tratta di un errore di semantica; se invece avviene 600 millisecondi dopo aver ascoltato la parola, l’errore è di sintassi. Emerge che il maschile ha richiesto uno sforzo 600 millisecondi dopo aver udito la parola, perciò la frase è stata percepita come un errore di sintassi, come mostra quest’immagine tratta dallo studio. A sinistra: semantica, a destra: sintassi. Rosso = molta attività Il lavoro successivo presentato nel video è quello di Brauer 2008, dove si presentano cinque esperimenti in cui si comparano i comportamenti delle persone testate quando queste sono esposte a forme al maschile (per esempio “candidati”) o formulazioni doppie (“candidati/candidate”). Nel primo esperimento, è stato chiesto a 101 passanti di citare quali persone erano più adatte a ricoprire il ruolo di primo ministro. In un caso, la domanda era posta con il solo uso del termine “candidati”, mentre nel secondo caso si usava il doppione “candidati/candidate”. I risultati mostrano che i partecipanti hanno citato un numero di nomi di donna tre volte superiore quando la domanda era posta con il doppione, come illustra questo grafico tratto dallo studio. https://preview.redd.it/enlhib13ussc1.png?width=1630&format=png&auto=webp&s=dc0bbbf9a17ddec780774c24440a96e205b96d33 In un altro esperimento sempre effettuato in Brauer 2008, è stato dato ai partecipanti il nome di una professione al maschile (“avvocato”) o con un doppio (“avvocato/avvocata”), ed è stato chiesto loro di inventare un personaggio tipico di questa professione. I risultati mostrano che è già presente una tendenza a pensare un personaggio tipico maschile per una data professione, ma che questa tendenza è più forte se la categoria professionale è descritta con la sola forma maschile (“avvocato”) piuttosto che con la doppia forma (“avvocato/avvocata”). Infine, anche chiedere ai partecipanti di immaginare “un individuo” piuttosto che “una persona” incoraggia l'attivazione di rappresentazioni maschili. Il tutto è mostrato in questo grafico tratto dallo studio. https://preview.redd.it/5xmb4wn4ussc1.png?width=1612&format=png&auto=webp&s=fdd65056e1055022e954f8fcab5538495958806b Lalande cita infine altri due studi: uno sui bambini, che mostra che quando viene presentata una descrizione di un lavoro considerato maschile (pilota, pompiere, meccanico) scritta al maschile, i bambini ritengono che gli uomini avranno più successo delle donne in questo lavoro, effetto che si attenua se la descrizione del lavoro viene fornita in un linguaggio inclusivo; e un altro sugli adolescenti, che mostra lo stesso risultato. Perciò, a fronte delle varie ricerche qui presentate, è possibile affermare che il genere maschile usato come “non marcato” comporta in realtà un bias maschile nella concettualizzazione dei referenti umani. Cosa ne pensa Pani? A proposito del primo (e solo del primo) esperimento che abbiamo analizzato (Gygax 2008), anche lei menziona lo studioso che lo ha condotto, Pascal Gygax, e un suo articolo più recente: Ultimamente, l’articolo che va di moda citare per affermare che molto probabilmente la lingua è sessista, è un lavoro di Gygax et al. (2021), che raccoglie vari studi a sostegno dell’idea che le forme maschili veicolino stereotipi sessisti. Non si tratta di un nuovo studio rivoluzionario, ma solo di una rassegna, alla quale si può rispondere con tutti gli studi e le obiezioni presentati qui. Il lettore non si faccia quindi intimorire dagli apparenti risultati sconvolgenti presentati da certi personaggi.Per una svista, la pubblicazione a cui ci si riferisce non è presente nella bibliografia, pertanto non sono certo di quale sia; confido sia la stessa che abbiamo messo nella nostra (Gygax et al. 2021). Come vien detto, nell’articolo vengono passati in rassegna diversi esperimenti, tra i quali c’è un’ulteriore replicazione di quello che abbiamo visto nel video di Lalande. Notiamo allora che Pani, con la sua solita retorica, si limita a cassare lo studio, opponendovene altri, citati nel paragrafo precedente a questo estratto. Questi studi non vengono però esposti approfonditamente (alla maniera, per dire, dalla divulgatrice canadese), ma solo menzionati; ciò, se non denota almeno superficialità, non facilità un lavoro di critica come questo, ma nemmeno la comprensione di chi solamente legge. Sono andato io allora a controllarli, uno per uno; essi sono rilevazioni sperimentali che analizzano:
Come si può però evincere dalla mia sintesi, gli studi prodotti da Pani non sono pertinenti, perché quelli esaminati da Gygax et al. 2021 hanno come focus l’influenza del genere grammaticale nei referenti umani, non negli oggetti. Che pure l’autrice sia consapevole che in questi casi la concettualizzazione è influenzata dal genere delle parole sembra confermarlo lei stessa quando scrive: In ogni caso, quando una correlazione tra genere grammaticale e concettualizzazione emerge, questa dipende strettamente dal contesto e dal tipo di compito assegnato ai soggetti dello studio […].È esattamente così: infatti in quei contesti e in quei compiti l’influenza del genere grammaticale è dimostrata, e sono i casi dei referenti umani o animali, in ogni caso gli enti animati e sessuati. Come abbiamo visto, nei nomi variabili di persona e in quelli invariabili di oggetti il motivo del genere grammaticale è diverso: nel primo caso è il significato, nel secondo è la parola stessa. Essendo due casi distinti, il fatto che con i nomi degli oggetti la concettualizzazione non avvenga non esclude né contraddice che con i nomi riferiti a persone invece abbia luogo. Quindi, adesso, almeno l’arrembante sottotitolo dell’opera “una soluzione senza problema”, se per il vago termine “problema” si intende la presenza del bias maschile, avvalorata da più di uno studio scientifico, si rivela un’affermazione alquanto affrettata e drastica. «Lo schwa non è un fonema dell’italiano»Passiamo infine a un’altra delle obiezioni più tecniche. Poiché è argomentata nel corso di varie pagine, devo riassumerla, e lo farò con questa citazione che mi sembra fissare ciò che c’è di essenziale:Il primo, enorme problema di questa proposta è che lo schwa non è un fonema dell’italiano e quindi noi non lo riconosciamo come tale […].Quindi, il punto non è tanto che la schwa non sia una lettera dell’italiano, ma che essa non ne sia un fonema (in breve, un suono capace di distinguere certe parole; lo vedremo sotto). Non contesterò questa affermazione in sé, ma accerterò cosa essa significhi per davvero. Per farlo, ho letto Dei suoni e dei sensi: il volto fonico delle parole (2009) di Federico Albano Leoni. Si tratta di un autore che anche Pani cita, ma solo dal suo manuale di fonetica, mentre il libro da me letto, oltre che essere più recente, è assieme una storia delle teorie linguistiche dello scorso secolo e una sintesi di una ricerca sperimentale di vent’anni; quindi è più rilevante. Al Capitolo 3 “Il paradigma segmentale”, è presente una profonda analisi del concetto di fonema che fa al caso nostro. Se ne ricostruisce la storia: è stato teorizzato nelle tesi del 1929 della scuola di Praga (di cui facevano parte i famosi linguisti Roman Jakobson e Nikolaj Trubeckoj), e fin da subito gli stessi studiosi che lo hanno proposto ne davano definizioni diverse. Si parla poi del tentativo fallito di Noam Chomsky di riformarlo alla fine degli anni Sessanta, semplicemente cambiandone il nome in “segmento”. Si conclude che negli anni successivi la discussione attorno a esso si è spenta, rimanendo però di fatto insoluta. Ma al di là di queste disquisizioni tra specialisti, resta da capire cosa comporta a livello pratico che la schwa non sia un fonema dell’italiano. Innanzitutto: come si fa a dire che un certo suono è anche fonema di una lingua? Pani utilizza il tradizionale metodo delle cosiddette coppie minime, ossia coppie di parole che si distinguerebbero per un solo fonema: lei cita “patto” e “ratto”, che appunto si dice differiscano per i due fonemi /p/ e /. Non viene detto esplicitamente, però si può desumere che la schwa non sarebbe un fonema italiano anche perché non compare in nessuna coppia minima. Nel suo libro, tuttavia, il professor Albano Leoni cerca di farci capire che questo sistema, sebbene insegnato pressoché in tutti i manuali di linguistica, è di per sé artificioso in quanto avulso dal contesto (Paragrafo 4 “L’illusione delle coppie minime”). Se tuttavia si guarda con attenzione, questa pratica riposa su fondamenti fragili […] Infatti, prendendo ad esempio una coppia minima classica dell’italiano, pésca/pèsca, è difficile affermare che l’esecuzione barca da pèsca, cioè con la vocale sbagliata, risulterebbe incomprensibile o ambigua o difficile per chicchessia. […] In altre parole, la pratica delle coppie minime deve presupporre che il processo di comprensione avvenga dal basso verso l’alto, cioè dal semplice verso il complesso.Inoltre, pare che non sia un metodo applicato con rigore: esistono infatti suoni che avrebbero la capacità di distinguere parole, ma che non sono inclusi tra i fonemi; in italiano è il caso dei dittonghi, considerati composti da fonemi separati, e delle consonanti “lunghe”, che in realtà lunghe non sarebbero. In altre lingue, si dà anche il caso opposto di fonemi ritenuti tali anche in carenza di coppie minime, come in inglese /ʌ/ e /ə/ (si veda questo video in proposito del linguista Geoff Lindsey). Se quindi non è certo il criterio per identificarli, non è certo neanche quali sarebbero: Albano Leoni fa infatti notare che né per l’inglese né per l’italiano si sa il numero esatto dei fonemi. Oltre che con le coppie minime, l’autrice esclude la schwa dal novero dei fonemi dell’italiano anche per quest’altra ragione: […] All’interno di una lingua, gli elementi esistono in quanto sono posti all’interno di un sistema di rapporti e opposizioni. […] Lo schwa non sarebbe inserito in alcun sistema di questa natura […]. Inoltre […] provocherebbe anche uno squilibrio nel sistema vocalico. Pertanto, non esiste alcuno scenario nel quale è verosimile l’ipotesi di introdurre questa vocale nell’italiano.A queste considerazioni perentorie opponiamo la disamina riportata in Thornton 2022 pp. 40-41, in cui si fanno gli esempi dello sloveno e del pashto come lingue che presentano già un sistema di vocali che sarebbe del tutto simile a quello dell’italiano se tra le sue accogliesse anche la schwa. “Dunque tecnicamente i sistemi vocalici che si verrebbero a creare con l’introduzione di /ə/ in italiano non sono impossibili dal punto di vista tipologico”, conclude l’accademica. Insomma, si può riepilogare affermando che lo statuto di fonema non è così rigidamente definito, e anzi viene assegnato con molta più flessibilità di quella che vorrebbe la dottoressa a tutti quei suoni che i parlanti sono capaci, per un motivo o per l’altro, di riconoscere. E allora c’è da ultimo proprio questa questione, cioè il riconoscimento dei fonemi. Riprendiamo quindi in mano Dei suoni e dei sensi: nella citazione precedente, il professor Albano Leoni ha già anticipato che se si considera il parlato composto da fonemi bisogna anche presupporre che, nella comprensione uditiva, ogni suono venga interpretato singolarmente. E infatti così scrive Pani: Dato che lo schwa è una vocale che si colloca, dal punto di vista articolatorio, molto vicino alla /e/ e alla /o/, è molto probabile che il nostro cervello la interpreti come una di queste. Infatti, la percezione delle vocali avviene in modo discontinuo, per salti: l’ascoltatore ha in mente dei confini, oltre i quali quella data realizzazione vocalica non si colloca nella casella X ma rientra nella casella Y.Ma la percezione sonora avviene davvero come dice lei? Dobbiamo ricavare la risposta da Albano Leoni. Per fortuna, nel suo libro c’è una spiegazione molto simile, in cui le “caselle” vengono definite “spazi”, riferita però alla parola francese machine “macchina”; e l’intero processo viene definito come “assurdo” (Paragrafo 5 “Che cosa è una struttura fonologica?”). Ma in base a cosa io riconosco, ad esempio, franc. machine «macchina»? Stando alle fonologie, si dovrebbe assumere che io la riconosco perché osservo che il primo elemento appartiene alla classe /m/, che io ho interiorizzato perché mère e père hanno significati diversi (non esistendo altre parole francesi che si distinguano da machine per la consonante iniziale), che il secondo elemento appartiene alla classe /a/, perché par e pour hanno significati diversi (non esistendo altre parole francesi che si distinguano da machine per la vocale in seconda posizione), e così via. Ma questa simulazione, evidentemente molto prossima all’assurdo, è l’unica possibile finché si pensa che il sistema sia fatto di spazi vuoti preesistenti che passivamente si riempiono di pezzi di materia fonica.In virtù di questi e altri problemi, più in là nel libro (Capitolo 5 “Dai segmenti al volto fonico”), il professore propone quindi, in luogo della scomposizione del parlato in segmenti, il concetto di “volto fonico”, una teoria già presente in linguistica ma finora trascurata in cui il discorso parlato è interpretato non a partire dai singoli fonemi, e cioè dal particolare al generale, ma all’opposto, partendo dall’impressione complessiva (appunto il “volto”). Così Albano Leoni introduce quest’idea: È pensabile un modo di percepire e rappresentare il parlato diverso da quello implicito nel modello segmentale? […] È quanto si cercherà di argomentare in questo capitolo, assumendo una prospettiva non segmentale, ma olistica, in cui l’unità linguistica della percezione e della elaborazione sia la parola fonologica o il sintagma o comunque una unità significativa còlta nel suo essere nel discorso, dunque in una dimensione dinamica […].Giudichi chi legge se in una tale prospettiva, in cui le parole vengono còlte prima nel loro insieme, la comprensione di una schwa al loro interno appaia troppo inverosimile. Nel citarlo, non mi interessa tirare Federico Albano Leoni dentro questa discussione; ho voluto piuttosto mostrare che la teoria avanzata da Pani, che già pare da lei intesa in maniera assai pedante, non è l’unica spiegazione possibile del funzionamento della percezione sonora, e quindi in ogni caso non può essere impugnata così categoricamente. Conclusione (TL;DR)In questo libro si sostiene che il genere grammaticale avrebbe due funzioni, primariamente l’accordo e in seconda battuta il significato; da letture specialistiche risulta invece che l’accordo determina il significato.Un altro caposaldo qui avvallato, il maschile non marcato, è confutabile con evidenze scientifiche contrarie, alle quali l’autrice non risponde con controprove pertinenti. Per quanto riguarda i fonemi, inoltre, la teoria tradizionale a cui si attiene la dottoressa non è la sola possibile, e anzi viene messa in discussione da una fonte autorevole. Insomma: non so se questo articolo avrà séguito e, nel caso, non conto di convincere i più radicali; ma spero che gli argomenti qui raccolti siano utili a chi si sta facendo un’idea propria. |
2024.04.01 11:03 One_Kaleidoscope1267 Lancia Flaminia Touring GT and Convertible year 1958-1967 bumpers
Lancia Flaminia Touring GT and Convertible year 1958-1967 bumpers A set including: a front bumper and 2x over rider, a rear bumper and 2x over riders, bolts and screws. submitted by One_Kaleidoscope1267 to u/One_Kaleidoscope1267 [link] [comments] https://preview.redd.it/m5ngy1fm2urc1.jpg?width=1000&format=pjpg&auto=webp&s=9600311086574c7c17f50f71c91fa4773fddb61e The bumpers have shape and size like the original samples The bumpers are made of 304 stainless steel imported from Japan and India, especially with a chrome content higher than 30%, so they never rust, do not corrode or peel over time. Polished bumpers - with a perfect shine (like chrome). The inside of the bumper is painted with many layers, making it smoother and more beautiful. https://preview.redd.it/j4bnma8n2urc1.jpg?width=1000&format=pjpg&auto=webp&s=0048a01a7f09c04d54e465116a6ae97a6cb568c5 Please see the link: bumperautomobile.com/lancia-flaminia-touring-gt-and-convertible-bumpers.html Besides this bumper, I also have Lancia Flaminia Pininfarina coupé, Lancia Flavia 2000 Coupé The current bumper models we have: Mercedes, Datsun, BMW, Volvo, Volkswagen, Jaguar, Ford, Opel, Triumph…. https://preview.redd.it/gpsu0p0o2urc1.jpg?width=1000&format=pjpg&auto=webp&s=479c14fb25e812512ad085d31fd4d2f51695afaf More than that, we always want to work towards developing more new models. So we are searching for samples from any customers who can cooperate with us to expand some kinds of products in stainless steel, rubber, steel, aluminum, copper, chrome such as bumpers, trims, plate number frames, parts of classic cars, modern cars, stainless steel tools for high-class bathrooms, stainless steel parts for high-end tables and chairs. The choice for your car: luxury – class. If you need bumpers classic car, please contact. We can support for you: bumperautomobile.com, Lancia Flaminia Touring GT and Convertible, Lancia Flaminia Touring GT and Convertible Stoßfänger Email: [amy.bumperautomobile@gmail.com](mailto:amy.bumperautomobile@gmail.com) or [info@bumperautomobile.com](mailto:info@bumperautomobile.com) WhatsApp: +84976133731; +84812842228 Facebook: facebook.com/tienbumper.tran.5/ Instagram: instagram.com/bumperautomobile/ Web: bumperautomobile.com |
2024.03.26 07:37 Inerestingdull Hepco original factory trunk luggage - 1958-63 Mercedes’ 190 SL
I understand these to be relatively sought after and fairly valuable. I have three in various conditions. With the nicest one is pretty dang clean. How/where can I move these? submitted by Inerestingdull to classiccars [link] [comments] |
2024.03.26 04:01 Inerestingdull 1958 Hepco Mercedes’ trunk luggage?
2024.03.26 01:22 MastodonNo8553 Recovered: Maurice Wolin's Chat Log! Pt. 1
2024.03.25 21:49 Inerestingdull Vintage trunk luggage?
I just purchased what I thought was a simple vintage suitcase to travel with from an antique store locally. There was a folded up piece of paper inside with the history of the piece. It came with a Mercedes-Benz from the German factory between 1958 and 1961. Did some research and it seems that the luggage sets so far between $1500 and $2000. What am I missing? submitted by Inerestingdull to mercedes [link] [comments] |
2024.03.25 21:48 Inerestingdull Vintage trunk luggage?
I just purchased what I thought was a simple vintage suitcase to travel with from an antique store locally. There was a folded up piece of paper inside with the history of the piece. It came with a Mercedes-Benz from the German factory between 1958 and 1961. Did some research and it seems that the luggage sets so far between $1500 and $2000. What am I missing? submitted by Inerestingdull to mercedes_benz [link] [comments] |
2024.03.23 19:46 JefinLuke Consecutive Years With A Podium
submitted by JefinLuke to formula1 [link] [comments] |
2024.03.10 14:54 frankfruiti help + book tip
Hey! Could you please help me identifying this beautiful font in the very good book about the industrial designer Richard Sapper (recommend it!) submitted by frankfruiti to identifythisfont [link] [comments] |
2024.03.08 22:20 Simple-Reception-601 France, Japan, England, America, Italy (a lot of specials!)
2024.03.07 16:08 BigHeadDjango Series 31 Week 2 - Autumn Seasonal Tunes! (European Automotive) by BigHedDjango
___
1974 Lancia Stratos HF Stradale * Tune - 646 019 445 * Good accel; v1 * Malpais trailblazer south-west of main festival site is easiest * Event Lab BP - Easy Win Dirt Trail - 991 376 926
___
2019 Ferrari 488 Pista * Tune - 140 961 681 * Smooth and grippy; Feathered braking can be more effective; Stock engine
2019 Porsche 911 GT3 RS * Tune - 101 763 575 * Stock rear wing; Stock rims
2016 Porsche Cayman GT4 * Tune - 140 662 212 * Decent grip; Good accel; Stock rear wing; Stock engine
2018 Porsche 911 GT2 RS * Tune - 246 355 163 * Stock rear wing; Stock engine
___
2009 Ferrari 458 Italia * Tune - 486 485 147 * Crazy fast; Good acceleration; What Unbeatable AI?
___
2014 Volkswagen Golf R * Tune - 146 211 525 * Lacks braking; Anti-lag; Stock engine; True Purist
___
2014 Volkswagen Golf R * Tune - 118 611 591 * Stock engine; True Purist
___
1965 Alfa Romeo Giulia TZ2 * Tune - 100 989 515 * Good car; Fast; Good handling; Proper brake upgrades; What Unbeatable AI?
___
1965 Mini Cooper S * Tune - 908 997 047 * Playground Games only; Forza widebody kit; Mini sport front bumper with lights; Mini street rear bumper; Classic rear wing; Custom rims; Anti-lag
___
2007 Peugeot 207 Super 2000 * Tune - 841 509 187 * Biggest rear rims; Stock engine
- Start 0.6 miles from the north dirt trail
- Start ~800 yards from the south-east dirt trail. Corners are quite forgiving
NOTE: All Championships are locked at Highly Skilled difficulty
- Mark and start 0.5 miles east on the northern highway road. Build speed, cross over to the south highway road, aim closer to the right side start gate flag, keep right a bit to avoid big jumps
1971 Meyers Manx * Tune - 863 679 837 * Easiest D class to use; Good grip; Low top speed ~117 MPH; Stock engine
1973 AMC Gremlin X * Tune - 158 980 438 * Good high speed accel; Stock engine
1968 Abarth 595 * Tune - 896 465 680 * Stock tires have no grip - can still win vs Unbeatable AI fairly easily; * Max PI possible with stock engine; Most handling upgrades; Not a drift tune! Incredible braking
___
2011 Audi RS 3 Sportback * Tune - 177 611 613 * Anti lag; Stock engine; True Purist; v1
2011 Audi RS 5 Coupe * Tune - 168 672 499
___
1958 Austin-Healey Sprite MKI * Tune - 119 050 078 * Mark speed trap and look at dirt trail hairpin to the south, then follow the dirt trail south-east. Spawn on this dirt trail near the road. You should be 1.3 miles from target. Turn around and head north to the hairpin. When at hairpin, cut across trees directly to the speed trap. Rewind to negate speed loss from all the deforestation. Easyish 90+ MPH * Video guide: https://youtu.be/fcBA41Gkxls
1991 BMW M3 * Tune - 631 335 680 * Very high top speed; Tuned for Hot Wheels Hazard races; Better suited for dirt than road
1995 BMW M5 * Tune - 716 112 718 * Good top speed
1997 BMW M3 * Tune - 167 492 843 * Stock engine; Road better
2005 BMW M3 * Tune - 826 002 980 * Tiny bit of on-throttle understeer; Dry only
___
1991 BMW M3 * Tune - 631 335 680 * Start 0.7 miles from the north, can 3-star
2017 Mercedes-AMG GT R * Tune - 172 245 382 * Easy to use; v1
___
___
Thank you to everyone for your downloads, uses, likes, follows, shares and feedback! Check my in-game profile for more tunes. You can check my reddit profile for more content___
___
2024.03.07 16:08 BigHeadDjango Series 31 Week 2 - Autumn Seasonal Tunes! (European Automotive) by BigHedDjango
___
1974 Lancia Stratos HF Stradale * Tune - 646 019 445 * Good accel; v1 * Malpais trailblazer south-west of main festival site is easiest * Event Lab BP - Easy Win Dirt Trail - 991 376 926
___
2019 Ferrari 488 Pista * Tune - 140 961 681 * Smooth and grippy; Feathered braking can be more effective; Stock engine
2019 Porsche 911 GT3 RS * Tune - 101 763 575 * Stock rear wing; Stock rims
2016 Porsche Cayman GT4 * Tune - 140 662 212 * Decent grip; Good accel; Stock rear wing; Stock engine
2018 Porsche 911 GT2 RS * Tune - 246 355 163 * Stock rear wing; Stock engine
___
2009 Ferrari 458 Italia * Tune - 486 485 147 * Crazy fast; Good acceleration; What Unbeatable AI?
___
2014 Volkswagen Golf R * Tune - 146 211 525 * Lacks braking; Anti-lag; Stock engine; True Purist
___
2014 Volkswagen Golf R * Tune - 118 611 591 * Stock engine; True Purist
___
1965 Alfa Romeo Giulia TZ2 * Tune - 100 989 515 * Good car; Fast; Good handling; Proper brake upgrades; What Unbeatable AI?
___
1965 Mini Cooper S * Tune - 908 997 047 * Playground Games only; Forza widebody kit; Mini sport front bumper with lights; Mini street rear bumper; Classic rear wing; Custom rims; Anti-lag
___
2007 Peugeot 207 Super 2000 * Tune - 841 509 187 * Biggest rear rims; Stock engine
- Start 0.6 miles from the north dirt trail
- Start ~800 yards from the south-east dirt trail. Corners are quite forgiving
NOTE: All Championships are locked at Highly Skilled difficulty
- Mark and start 0.5 miles east on the northern highway road. Build speed, cross over to the south highway road, aim closer to the right side start gate flag, keep right a bit to avoid big jumps
1971 Meyers Manx * Tune - 863 679 837 * Easiest D class to use; Good grip; Low top speed ~117 MPH; Stock engine
1973 AMC Gremlin X * Tune - 158 980 438 * Good high speed accel; Stock engine
1968 Abarth 595 * Tune - 896 465 680 * Stock tires have no grip - can still win vs Unbeatable AI fairly easily; * Max PI possible with stock engine; Most handling upgrades; Not a drift tune! Incredible braking
___
2011 Audi RS 3 Sportback * Tune - 177 611 613 * Anti lag; Stock engine; True Purist; v1
2011 Audi RS 5 Coupe * Tune - 168 672 499
___
1958 Austin-Healey Sprite MKI * Tune - 119 050 078 * Mark speed trap and look at dirt trail hairpin to the south, then follow the dirt trail south-east. Spawn on this dirt trail near the road. You should be 1.3 miles from target. Turn around and head north to the hairpin. When at hairpin, cut across trees directly to the speed trap. Rewind to negate speed loss from all the deforestation. Easyish 90+ MPH * Video guide: https://youtu.be/fcBA41Gkxls
1991 BMW M3 * Tune - 631 335 680 * Very high top speed; Tuned for Hot Wheels Hazard races; Better suited for dirt than road
1995 BMW M5 * Tune - 716 112 718 * Good top speed
1997 BMW M3 * Tune - 167 492 843 * Stock engine; Road better
2005 BMW M3 * Tune - 826 002 980 * Tiny bit of on-throttle understeer; Dry only
___
1991 BMW M3 * Tune - 631 335 680 * Start 0.7 miles from the north, can 3-star
2017 Mercedes-AMG GT R * Tune - 172 245 382 * Easy to use; v1
___
___
Thank you to everyone for your downloads, uses, likes, follows, shares and feedback! Check my in-game profile for more tunes. You can check my reddit profile for more content___
___
2024.02.23 15:17 Sad_Bit6472 Pick-ups from today and yesterday
Finnaly found the Nissan 5 pack. Also found the whole vintage racing club set (ofcourse except the chase car: the ‘67 Camaro). But since they were €6 each, I decided to only buy my favorite of the set: the Mercedes 300 SL submitted by Sad_Bit6472 to HotWheels [link] [comments] |
2024.02.22 07:14 Physical_District_36 Brand names and their relevance
submitted by Physical_District_36 to CarsIndia [link] [comments] |
2024.02.18 21:54 JakeSteam What's your favourite silly car in FH5?
2024.02.18 20:59 JakeSteam What's your favourite silly car in FH5?
2024.01.23 07:46 N1GHTL0VELL HSS CATS AND MAPS